Casa famiglia
La casa famiglia è una struttura dedicata all’accoglienza dei minori allontanati dalla famiglia. L’Italia è il Paese Europeo con il minor numero di allontanamenti dei figli. Quando il minore si trova in un ambiente pregiudizievole per la sua crescita e il suo sviluppo il Tribunale per i Minorenni può disporre il suo allontanamento e la collocazione in istituti, casa famiglia, comunità. Qui un approfondimento minori levati ai genitori
Quando nasce e come si sviluppa la casa famiglia
La dispone la legge 149/2001 prevede all’art.2 che il minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo è affidato:
– come prima scelta: ad una famiglia, preferibilmente con figli minori o anche a un single in grado di assicurargli il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive;
– seconda scelta: quando non è possibile è consentito l’inserimento del minore in una comunità di tipo familiare o, in mancanza, in un istituto di assistenza pubblico o privato. Per i minori di età inferiore a sei anni l’inserimento può avvenire solo presso una comunità di tipo familiare.
Casa famiglia ma quali sono?
Con il termine Case famiglie si intendono varie realtà:
– Case Famiglia con la presenza stabile di uno o più adulti, che si prendono cura dei minori mediante l’affido temporaneo;
– le Case madri-figli che ospitano sia la madre che i suoi figli;
– le Comunità alloggio ove vengono accolti gli adolescenti e i ragazzi maggiorenni in difficoltà che imparano a diventare autonomi;
– anche Case Multiutenza ospitano minorenni, con fragilità, disabilità, patologie;
– servizi di pronta accoglienza che ogni territorio organizza in maniera diversa. Firenze ha un progetto Centro Sicuro allo scopo di tutelare i minori in stato di abbandono materiale.
Quando il minore viene allontanato dalla famiglia?
Se vogliamo riferirci alle percentuali (dati ultimi 2016)
– al primo posto: incapacità educativa dei genitori
– seguono : trascuratezza materiale e affettiva del minore (14,4%) violenza domestica in famiglia (12,1%); e a seguire con basse percentuali tossico dipendenza dei genitori, abuso e sfruttamento sessuale del minore, problemi giudiziari del padre o della madre.
Tutte circostanze cui il minore vive in un ambiente familiare pregiudizievole per la sua crescita e il suo sviluppo. Chi lo decide? Sempre l’Autorità giudiziaria nell’Ufficio del Tribunale per i Minorenni del luogo di residenza del minore.
Cosa fare se il minore viene allontanato
E’ necessario ricorrere all’aiuto di un legale che si occupi di diritto minorile, trattandosi di una materia che ha regole dedicate. Spesso è il Tribunale per i Minorenni che nomina un legale ai genitori che ne sono sprovvisti affinché possano ricevere la tutela tecnica di cui necessitano.
L’avvocato aiuterà i genitori a comprendere le problematiche individuate dai Servizi ed a motivarli nei percorsi di recupero della genitorialità, finalizzati al rientro del minore in famiglia. Percorsi lunghi e impegnativi che spesso prevedono sostegno psicologico ed educativo.
Grazie di aver letto l’approfondimento
Abbiamo realizzato questo scritto per fornire informazioni e chi si trova in situazioni di allentamento dei figli.
Lo studio legale Bearzotti è a tua disposizione per fornire ogni consulenza in materia di tutela dei tuoi diritti e di quelli dei tuoi figli.
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Gent.mo dott., buongiorno, gradirei esporre il mio caso ed avere delucidazioni in merito, sperando in una sua cortese risposta.
Mia figlia, 17’enne convivente cn l madre, per incongruenze caratteriali ed altro, ancora da appurare è stata affidata, attraverso i servizi sociali, ad una casa alloggio da qualche mese e per sua espressa volontà ha interrotto i rapporti, praticamente nn sappiamo più nulla di lei, anche se per vie traverse so che s trova bene ed è più serena.
Inizialmente m è stato riferito dall’ avvocato, che ho in comune cn l madre, che avrei dovuto sospendere il pagamento del mantenimento oggi però sn stato contattato dallo stesso per consegnare al più presto gli arretrati e il mese in corso!
Cosa devo fare?
il provvedimento che le impone un onere finanziario di mantenimento verso le figlia va modificato o revocato dal medesimo organo che lo ha imposto, non può essere diversamente disatteso ( cioè non può decidere autonomamente, anche per le ragioni più valide, di non pagare più)
pertanto ha avuto un’informazione errata.
deve presentare una richiesta di modifica all’AG tramite un legale
Buongiorno. Volevo chiedere alcune informazioni. Ho conosciuto una ragazza che vive in una casa madri-figli. Lei e suo figlio hanno subito violenze fisiche e psicologiche dal suo ex compagno. Hanno chiesto aiuto e ora lei vive lì da un anno. Da mesi praticamente riusciamo a vederci per pochi minuti e molto raramente. Gli assistenti le hanno dato il permesso di vedermi ma nelle ore in cui il bimbo è a scuola. E in cui ovviamente io lavoro. C è qualche possibilità di cambiare questa situazione o siamo destinati a questa vita fino a quando lei non uscirà dalla casa famiglia? I tempi credo che siano ancora lunghi.
Grazie mille
bisogna conoscere meglio le ragioni per le quali questa persona è in questa struttura, e quali limitazioni sono state imposte e da chi.
Pertanto bisogna studiare le carte processuali. Se la signora è interessata a modificare questa situazione potrà rivolgersi ad un’avvocata/o per fare le verifiche necessarie e per chiedere un ampliamento dei suoi momenti di libera uscita.
Buongiorno, sono nonna di due bambini ,uno di 11 anni e l’altra di 15 e che sono in casa famiglia, poiché i genitori detenuti.Preciso che erano privi di tutte le regole necessarie per crescere come tutti i ragazzi della loro eta’.Quindi da 8 mesi sono in questa casa famiglia dove oltre sentire la mancanza dei propri genitori, vivono abbastanza bene…vanno a scuola, frequentano palestre ed escono con gli amici(solo la ragazza di 15 anni )io vado a fargli visita ogni 2 settimane e l’altra settimana vanno gli altri nonni…Sembra che abbiano incominciato a somatizzare questa decisione di rimanere in questa casa famiglia.Oggi si sono svegliati le assistenti sociali dicendo che devono fare rientro in famiglia.. premetto che io lavoro ancora ed abito distante in un piccolo paese che non offre nulla; mio figlio sposato ma che lavora fino alle 22 poiché da poco ha intrapreso una nuova attività ,quindi con vari problemi di responsabilità e lavorativi. Sta tentando di avere figli ma non ne arrivano.Veniamo tempestati sempre da queste assistenti sociali per l’affido…noi non possiamo perché significherebbe in primis destabilizzarli e poi non avrebbero più quel percorso psicologico e terapeutico che hanno attualmente..premetto che sono due bambini nati non udenti ed ora sono impiantati quindi sentono e parlano…premetto che e’ stata nominata anche una curatrice a questi bambini ed io avevo chiesto di incontrarla di avere un appuntamento che in primis lei mi ha dato e che poi ha ritratto dicendo che l’incontro poteva avvenire solo con la presenza dei servizi sociali…voi cosa mi consigliate? Dovrei scrivere al giudice del tribunale dei Minori ed esporre questa situazione…o cosa dovrei fare? Vi ringrazio per la risposta che mi darete
Signora lei dovrebbe rivolgersi a un legale che la assista, perché la vicenda è complessa, ed è assai difficile riuscire a fare da soli.
Volevo chiedere mio figlio e stato allontanato da casa pero i faccio incotri con il bambino solo io il papa come devo fare per portalo a casa
si rivolga a un legale che la assista, non può pensare di trovare risposte per un argomento così sensibile su una chat
Salve, partiamo dal fatto che non ho mai avuto un bellissimo rapporto con mia madre. Mio padre se ne andato di casa quando ero piccola e ha perso la Padria potesta quindi ho solo mia madre. Con lei non sto tranquilla, ci sono state volte in cui mi ha picchiata (considerato normale perché non capita spesso), una volta mi ha chiusa fuori casa, un altra volta mi ha picchiata mentre avevo un attacco di panico e stavo piangendo per gli affari miei, mi ha minacciata di non comprare più cibo, mi voleva obbligare a lavorare,una volta non mi aveva detto che partiva e mi ha lasciata a casa da sola (avevo 15 anni ora ne ho 16) senza dirmi nulla e ho chiamato i carabinieri a casa ma che non hanno fatto nulla. L ultima cosa che e successa e stata che volevo stare un po’ più di tempo fuori casa oltre l orario prestabilito da lei (21:00) e quando mi ha chiamata dopo averle detto che non volevo tornare a casa per quell orario ha iniziato a minacciarmi (come suo solito, la normalità) sono andata dalla polizia perché avevo paura di tornare a casa ma non hanno fatto nulla. Non sto più bene a casa e a lei non interessa più vivere con me ansi mi invita spesso ad andarmene, vorrei andare in una casa famiglia che mi ospiti e che mi sappia trattare bene e con diritti che mi spettano ma ogni volta che chiedo aiuto tutti sottovalutano
Mi dispiace molto del disagio che narra. Può sicuramente rivolgersi ai servizi sociali territoriali e rappresentare loro la sua volontà di andare fuori casa.
Nelle case famiglie le situazioni sono assai complesse e non è detto che possa trovare quell’accoglienza da lei sperata. Nelle case famiglia si raccolgono grandi situazioni di disagio.
Buon pomeriggio, volevo rappresentare il caso di una minore collocata in gravidanza presso una comunità minori. Successivamente al parto la nascitura è stata inserita con la madre minorenne in comunità ma è stata riconosciuta dal padre e inserita nel proprio stato di famiglia con rispettiva residenza. La nascitura andrà in adozione. In questo caso a chi compete il pagamento della retta, al comune di nuova residenza, nonostante la futura adottabilità e il divieto di prelevamento del padre, o al comune di residenza della madre con la quale la nascitura vive in struttura? O al comune presso il quale insiste la struttura? La normativa non è chiara in questi casi
buonasera noi siamo uno studio legale; non trattiamo questa questione
Buonasera. In un tema in classe mia figlia scrisse tante cose che dicevano che ogni tanto davamo schiaffi,ed altre cose che comunque a oggi non ci hanno dato la possibilità di leggere questo tema. Avendo avuto un educazione noi genitori sul rispetto e sull’onestà io e mia moglie,di quello che ci chiedevano rispondevamo che certe cose erano vere ma certe cose no. Premetto che mia figlia ha avuto del bullismo a scuola inizialmente da una bambina,man mano da tutta la scuola perché lei innamorata di un ragazzino. Morale della favola abbiamo fatto un corso che ci seguivano un educatrice,una pedagogista e l’altra psicologa. Davano dei consigli ma mia figlia prendeva il meglio delle due dottoresse dicendoci che molte cose gli hanno detto che non potevamo fare,nel mentre noi eravamo disarmati e lei faceva quello che voleva. Ci assegnarono anche in un altro centro,uguale con psicologa e pedagogista che non dicevano le stesse cose,quindi peggiorando la situazione,non sapendo cosa fare e la bambina faceva quello che voleva. Scappata di casa una volta,un altra volta a ritentato e per ultimo,uscita da scuola da una gita fatta,non faceva ritorno ma telefonava dicendoci che andava al parco. Gli telefonammo,ci andammo per provare a riprenderla ma ci ignorava. Telefonammo alla educatrice che ci disse di andarla a prenderla lo stesso. Ma continuava ad ignorarci e non sapevamo cosa e come comportarci. Ad un certo orario andò mia suocera a prenderla dicendo che io non la volevo a casa e che telefonavo ai Carabinieri. Allorché chiedendo aiuto sempre alla stessa gente,presero la decisione in due giorni di portarcela via dicendoci che eravamo collaboranti e che la vedevamo spesso. Noi abbiamo chiesto aiuto,ma da chiedere aiuto a portarcela via ne è passata di acqua sotto i ponti,hanno detto che veniva o a parlare a che doveva preparare la roba per farla andare in casa famiglia. Noi siamo stati sempre collaboranti, il tema che ha fatto non c’è l’hanno mai fatto leggere. Alla richiesta che comunque il problema è stato anche principalmente il bullismo,hanno sempre risposto anche. Invece no,io ho prove e confessioni di bambini che la prendevano in giro. Mia figlia ha 11 anni e ho avuto già delle convergenze con la direttrice. In poche parole la fanno andare al mare con delle famiglie che noi non conosciamo ma neanche loro,anzi sono persone di fuori che dicono che sono persone brave. Il primo incontro con il giudice lo abbiamo avuto,ha detto anche che è una bambina piccola quindi bisogna avere un po’ di attenzione. La fanno uscire per andare a fare attività estive,ma sempre da sola;mi domando e gli ho chiesto alla direttrice”ma se è scappata due volte,e dovesse scappare di nuovo cosa dovremmo fare?con chi me la devo prendere? Insomma risponde con questa aria di superiorità è poco professionale dicendomi che (la seconda volta),se continuiamo così la manda via perché non ci fidiamo.gli ho anche detto che comunque non può dire queste cose perché ha il manico del coltello dalla sua parte e che inutile dice a mia figlia che non la mandava più per causa mia facendomi odiare. Ho chiesto al mio avvocato è mi ha detto che devo avere fiducia. Sento e vedo mia figlia allontanarsi sempre più da me è mia moglie. Al telefono si sente che sta attenta a quello che dice per paura. È passato un mese,si,l’abbiamo vista una volta alla settimana,ma non ci hanno mai lasciato soli con lei,andare a mangiare un gelato in
insieme,goderci per un ora nostra figlia. Ci sentiamo delinquenti,come se fossimo gente cattiva o pericolosi. Non è giusto. Sto avendo una crisi di esaurimento di tutto quello che sta succedendo. Non penso di essere un cattivo genitore tantomeno mia moglie.Tutyo questo perché collaboriamo!!!!Non So fino a che punto posso resistere su tutto ciò. Dico solo una cosa,quello di toglierci la bambina non era l’ultima spiaggia. Si,abbiamo chiesto aiuto ma per colpa anche loro nel dirci tutti quanti la stessa cosa non facendoci capire più nulla. Cosa posso fare?
Buona sera signora mi dispiace
è una situazione particolarmente complessa che comprende bene non può essere certamente trattata con una chat a mezzo Internet le consiglio di rivolgersi al più presto a un legale della sua zona esperto in questioni minorili