Ancora sul Mantenimento dei Figli
Come tutti sappiamo entrambi i genitori DEVONO provvedere al mantenimento dei loro figli. L’obbligo lo stabilisce il giudice cioè indica l’importo e la modalità con cui deve essere versato; ciò quando i genitori si sono sciolti come coppia. Nell’ipotesi che un genitore non lavori cessa l’obbligo? No, assolutamente. In una recentissima ordinanza il Tribunale di Trani (30 gennaio 2020) ha stabilito che anche il reddito di cittadinanza può essere pignorato e destinate le somme al sostentamento della prole.
Disposizioni di legge
L’obbligo di mantenimento dei figli, anche maggiorenni, deriva da l’art. 30 della Costituzione e dagli art. 147 e seguenti del codice civile: i genitori hanno l’obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole tenendo conto delle inclinazioni e delle aspirazioni dei figli. Non è prevista nessuna cessazione per il solo fatto che il figlio abbia raggiunto i 18 anni.
L’obbligo ribadito con la Legge n. 54/2006 che all’art. 155-quinquies ha stabilito che “il giudice, valutate le circostanze, può disporre in favore dei figli maggiorenni non indipendenti economicamente il pagamento di un assegno periodico”.
Reddito di Cittadinanza
Il Reddito di Cittadinanza, disciplinato dal decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito in legge 28 marzo 2019, n. 26, è un sostegno per famiglie in condizioni disagiate, come ci indica l’INPS.
Il contributo può arrivare fino a 6mila euro l’anno e può comprendere un apporto per l’alloggio di 150 euro, se hai un mutuo da pagare o di 280 euro se in affitto.
Il reddito di cittadinanza dura 18 mesi, con possibilità di rinnovo per altri 18. Con i denari puoi effettuare solo acquisti mirati ai bisogni familiari.
Ma non è forse un bisogno familiare versare dei denari per il mantenimento dei figli?
Può essere pignorato del reddito di cittadinanza?
Trattandosi di un istituto recente (le prime domande sono state presentate il 6 marzo 2019) ci siamo chiesti in molti se le somme erogate fossero aggredibili, cioè se potessero formare oggetto di esecuzione forzata. La loro destinazione e la funzione sociale ci hanno fatto dubitare anche se la legge NULLA dice a riguardo.
Ci ha levato dall’impaccio il Tribunale di Trani, cui una mamma aveva chiesto che le somme dovute al mantenimento delle figlie da parte del padre, venissero trattenute dall’INPS che le erogava in forma di reddito di cittadinanza al padre inadempiente.
Tribunale di Trani ordinanza 30.01.2020
Il Tribunale ha sciolto ogni dubbio stabilendo che: “Il reddito di cittadinanza può essere utilizzato per i bisogni primari delle persone delle quali il titolare ha l’obbligo di prendersi cura, anche se non fa più parte dello stesso nucleo familiare” Spiega nel dettaglio il Tribunale che, le somme del RdC, non hanno natura alimentare – cioè destinate alla sopravvivenza di chi le riceve – ma si tratta di denari erogati “contro la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione sociale” e quindi aggredibili, addirittura senza la limitazione di 1/5.
Grazie di aver letto l’approfondimento
Abbiamo realizzato questo scritto per la novità apportata con la pronuncia in commento.
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