facebook

RITO ABBREVIATO

Rito abbreviato: è ridurre al minimo un processo per arrivare subito a una sentenza.
Vediamo meglio cosa accade nella pratica.
Ho ricevuto un decreto di citazione a giudizio davanti al Tribunale o un avviso di fissazione di udienza preliminare davanti al Giudice per le indagini preliminari (GIP). Quindi su di me pende un’accusa: sono imputato di uno o più reati: fatti criminali previsti dal codice penale o da altre leggi.
Posso scegliere di confrontarmi direttamente con il Giudice chiedendo il rito abbreviato. Vediamo, in maniera semplicistica, quali le ipotesi maggiori:
– le prova raccolte dall’accusa sono inconsitenti;
– le prova raccolte dall’accusa sono contraddette da documenti in mio possesso;
– le prove sono fondate ma non ho trovato un accordo soddisfacente in punto di pena ” patteggiamento ” con il Pubblico Ministero.

PERCHE il rito abbreviato

Prima di tutto c’è da dire che il processo è una situazione molto dispendiosa per lo Stato perché muove tante persone pagate dello Stato: giudice, pubblico ministero, cancellieri, assistenti giudiziari, forze dell’ordine, strutture carcerarie eccetera. Contenere i costi, e ridurre i carico di lavoro per i magistrati, è un’obiettivo fortemente perseguito  dallo Stato.
Il Legislatore, allora,  ha creato  i riti alternativi al dibattimento. Lo scopo: abbreviare i tempi e i costi; così nasce il rito abbreviato e il patteggiamento.



DIFFERENZE CON IL PATTEGGIAMENTO

Abbiamo già visto nel dettaglio cos’è il patteggiamento cioè un accordo sulla pena, entro il limite del 5 anni,  condotto dall’avvocato con il pubblico ministero; accordo che il Giudice può accogliere o rifiutare. Se l’accoglie, la pena che riceverò sarà quella concordata; se lo rigetta se ne occuperà un altro Giudice.
Nel rito abbreviato, invece, il pubblico ministero non ha nessuna voce in capitolo;  è del tutto ininfluente. Una volta che l’avvocato chiede applicarsi questa modalità è tenuto a semplicemente a conformarsi. Inoltre, il rito abbreviato, può essere chiesto sempre, non ha limiti di pena.
La “gara” si giocherà tra l’avvocato e il Giudice. L’avvocato farà del suo meglio per dimostrare la sua tesi e in qualunque caso – se non ci sarà l’assoluzione – avrà uno sconto di pena considerevole.

PURO O SUBORDINATO

La legge mi consente di chiedere al Giudice il rito abbreviato e anche il rito abbreviato subordinato. Cosa s’ingnifica?
Nel primo caso, “puro”, il Giudice  acquisisce ( prende)  il  fascicolo dell’accusa e il processo si discuterà con solo quelle carte alla mano.
Nel secondo caso, “subordinato“,  l’avvocato dichiara di volere il rito solo se potranno  entrare nel processo altri documenti  (es.: un contratto, una relazione medica, una perizia grafica, la prova del risarcimento del danno, una sentenza ecc..). Spera che l’acquisizione possa condurre all’assoluzione, o a una modifica del capo d’imputazione migliorativa o a una forte mitigazione della pena; pertanto condiziona la scelta del rito all’accoglimento della richiesta.
Il Giudice può o meno accettare la richiesta. Se la rifiuta l’avvocato deciderà se è il caso di fare un’abbreviato puro o invece il dibattimento.

Lo studio si occupa di diritto penale dal 1991, se volte esaminare i vostro caso e farvi consigliare sulla scelta del rito, chiamateci.

 

 

error: Il contenuto del sito è protetto da copyright. Contattare l\'avvocata Gemma Bearzotti per autorizzazioni.
WhatsApp chat