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TRAVAGLIO omicidio colposo

Travaglio omicidio colposo: la morte del feto per responsabilità medica durante il travaglio vedrà l’imputazione per omicidio e non più aborto colposo
La Cassazione fa un passo  MOLTO importante perché il feto, nel passaggio dalla vita intrauterina (dentro il ventre materno) a quella extrauterina (la nascita),  per la prima volta è considerato una persona. Da qui il reato ascrivibile è l’omicidio (il reato); vediamo nel dettaglio.

DIRITTI DELLA PERSONA già nell’utero

Il diritto riflette il tempo, è la manifestazione giuridica del “sentimento collettivo” che considera già persona il nascituro nel passaggio per venire al mondo. 
La categoria dei diritti della persona si va sempre più ampliando, inglobando nuove situazioni ritenute meritevoli di tutela: così i diritti del nascituro, del concepito e ora il diritto del feto.
Per meglio comprendere:
ovulo fecondato (dentro all’utero o in vitro) poi si ha l’annidamento dell’ovulo fecondato nella parete uterina (prende il nome di zigote, blastula);
embrione  che resta tale fino a 8 o 10 settimane dopo la fecondazione, quindi due mesi circa. Da questa data si parla
feto che resta tale fino al momento del travaglio.
Da qui il ragionamento è semplice: la morte causata colposamente durante il travaglio è omicidio colposo.

CASSAZIONE 20 giugno 2019 n. 27539

Il nostro massimo organo di giustizia in questa storica sentenza ha ripercorso l’evoluzione  della “normativa e della giurisprudenziale italiana e internazionale”,  nel campo dei diritti della persona soffermandosi sul momento della nascita. “La tutela della vita non può soffrire lacune” deve essere ‘protetto’ dalla legge anche il ‘viaggio’ dei nascituri nel canale uterino.
La vicenda vede imputata un’ostetrica rea di non aver ben monitorato il battito cardiaco del feto, e di non aver avvisato il ginecologo della sofferenza fetale in atto,  il quale, di conseguenza, non ha potuto mettere in atto le manovre (es. cesareo d’urgenza) per salvare la vita del nascituro. Deceduto per asfissia; riferiscono i periti  che la “congestione degli organi e lo stato di sofferenza fetale non si è determinata in pochi minuti ma in almeno mezz’ora”. Pertanto se l’ostetrica avesse vigilato e riferito la situazione in atto la vita si sarebbe potuta salvare o quanto meno si sarebbero potute realizzate le manovre finalizzate ad anticipare al massimo la nascita. Da qui la condanna, per quanto avvenuto durante il travaglio a omicidio colposo.

GRAZIE DI AVER LETTO L’ARTICOLO

Abbiamo realizzato questo scritto all’uscita di questa storica sentenza che amplia il concetto di persona, che è tale già nel  viaggio del nascituro nel canale uterino pertanto il reato, per di morte del feto durante il travaglio è omicidio colposo
Lo studio è a tua disposizione per fornire ogni consulenza in materia penale e di tutela dei diritti della persona.
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