VIDEOSORVEGLIANZA
VIDEOSORVEGLIANZA con ciò intendiamo la possibilità di istallare dispositivi, dalle videocamere casalinghe a quelle più tecnologiche con controlli in remoto, all’esterno della propria abitazione. Le telecamere riprenderanno anche le persone che passano nel loro raggio, soprattutto i vicini e tutti i loro spostamenti. Ciò significa che due diritti fondamentali: diritto alla SICUREZZA e il diritto alla LIBERTÀ di autodeterminazione possono entrare in conflitto.
TELECAMERA E reato di violenza privata
La Giurisprudenza ha ritenuto, in relazione alle istallazioni di videosorveglianza che il diritto alla libertà di autodeterminazione prevalesse sulla sicurezza. Nel senso che non si potesse chiedere ai vicini di casa di “tollerare di essere costantemente controllati nell’espletamento delle loro attività lavorative e nei loro movimenti”.
Indurre una persona a cambiare le proprie abitudini (es passare fuori dal raggio di ripresa) potesse essere una violenza tale da rientrare nel reato di violenza privata ex 610 qui
Cassazione n. 20527 del 2019
La Cassazione con la sentenza n. 20527 del 13 maggio 2019, che analizza il reato di violenza privata, ha ritenuto che il diritto alla sicurezza nella propria abitazione è lecito e, se esercitato conformemente alla legge, non viola alcuna norma penale.
Non può sfuggire una riflessione sul sentire sociale a fronte del numero sempre crescenti di furti nelle abitazioni, che negli ultimi 10 anni sono aumentato del 170% (dati ONSCI, Osservatorio Nazionale per la Sicurezza dei Cittadini Italiani).
Secondo il supremo Collegio il cambiamento di abitudini dei vicini, a causa della videosorveglianza, – come individuare percorsi alternativi per rientrare in casa o altre aree per la sosta dei veicoli per sottrarsi alle riprese – sono condizionamenti minimi. Condizionamenti ” da non potersi considerare espressivi di una significativa costrizione della libertà di autodeterminazione“. Ciò anche nel significato sociale che tale libertà assume in relazione all’attuale contesto storico.
OBBLIGO DI INFORMARE della presenza di videosorveglianza
La Cassazione sopra riportata afferma che, una volta rispettato l’obbligo di informativa (come prevede il Codice in materia dei dati personali) con appositi cartelli affissi prima di entrare nel raggio di ripresa, il diritto di libera autodeterminazione è tutelato. Infatti la conoscenza della videosorveglianza permette ai cittadini di scegliere se cambiare strada o no; conforme la Corte di Giustizia europea (causa C212/13 dell’11.12.2014)
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